Incombenti assenze
Due sono i protagonisti del romanzo “Ogni promessa” di Andrea Bajani. Il primo è l’assenza. O meglio, l’assenza che diventa presenza incombente, fantasma che riaffiora nella mente dei protagonisti, e che impone loro un confronto diretto e senza finzione con il passato da cui provengono e il presente in cui vivono, creando un conflitto interiore irrisolto che si tramuta in malessere esistenziale. Un ricordo che diventa rimorso, un segreto da custodire, una colpa da cancellare, una speranza vana sono le invisibili presenze invadenti che popolano il romanzo. Il secondo protagonista è lo stile narrativo dell'autore. Uno stile soffuso, indiretto, di cose mostrate e non di parole pronunciate, di tono medio, pervasivo e costante, raffinato e nei suoi effetti elegiaco.
Pietro è un maestro elementare. La moglie Sara lo ha abbandonato lasciandogli soltanto un biglietto d’addio sul tavolo di cucina. Insieme avevano atteso e sognato per mesi un bambino che non era poi arrivato. Sara il bambino lo avrà più tardi, da un altro, da un amore fugace. Sara ha anche un segreto che porta con se, un amante suicida che ha avuto in passato.
Il nonno Mario, ha fatto la campagna di Russia durante la guerra e ne era tornato sconvolto. Prima di morire, aveva vissuto una vita di silenzi e di angosce in casa dalla moglie, poi era stato internato in un istituto psichiatrico, volutamente dimenticato e allontanato dalla figlia Giovanna ma soprattutto dal marito di lei che lo vede come un intoppo, un fardello da rimuovere, cancellando in un solo colpo anche la guerra e le sue atrocità e insieme la storia e qualunque passato.
Pietro capisce che per risolvere la propria esistenza deve calarsi nella trama dell’esistenza dei suoi prossimi per dipanare i loro nodi interiori. Deve ricucire, poco a poco, il legame strappato di sua madre con il nonno. Deve estrarre dagli armadi mentali della moglie Sara gli scheletri nascosti in modo che, esternando i segreti, possano anche espiarsi le colpe ad essi associate.
Così inizia un percorso lungo il quale ritrova la casa abitata da bambino con la famiglia e fa amicizia con Olmo, il solitario inquilino della casa anch’esso reduce dalla Russia. Olmo è chiaramente lo sdoppiamento del nonno di cui simbolicamente anche la madre Giovanna si prenderà cura. Grazie ai ricordi di Olmo, mostrati a Pietro, insieme ad oggetti, fotografie, mappe, il maestro elementare, durante le vacanze estive, decide di compiere un viaggio sulle rive del Don, che sarà insieme un riappropriarsi della memoria, un riavvicinamento alla figura del nonno e insieme un riavvicinamento da parte di sua madre e sua moglie alla sua persona.
Pur mancando di un momento climax che dia al romanzo particolare intensità emotiva, il romanzo di Bajani (di cui avevamo letto anche “
Se consideri le colpe”) è un’opera ben confezionata e molto ben riuscita che di sicuro conferma la grande capacità narrativa dell’autore e l’altrettanta sensibilità di cui è dotato. (
Pierfranco R.)
Dal libro: "E una volta l'avevo vista uscire ed era più bella, si era legata i capelli ed era partita alzandosi sui pedali. Ma Sara non mi stava più ad ascoltare, le ho visto gli occhi sparire, e dove io vedevo mia madre pedalare sull'acqua, lei ci vedeva dell'altro, e in mezzo a una mia frase lei è entrata di colpo. Si è voltata e mi ha detto Sono incinta, e non c'era bisogno di dire che non era di me."
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Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975 e vive a Torino. Collabora con alcuni giornali e case editrici ed è autore teatrale. Ha pubblicato diversi romanzi e reportage fra cui, per Einaudi, l'acclamato Cordiali saluti (2005) e Se consideri le colpe (2007)
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